Chissà perchè quando sentiamo aria di Napoli e dintorni, nella testa ci frulla quello strano motivetto cantato in tutte le salse... "O sole mio" che ritroviamo ancora suonato con la chitarra o il mandolino davanti ai ristoranti di Napoli, nelle belle viuzze di Sorrento, in riva al mare di Ischia e Capri, interpretato da musicisti più trendy con la base preregistrata, sotto la pioggia, davanti a chiese e cattedrali sino in Sicilia.
Si canta ed il sole, riappare dietro alle nuvole insieme all'allegria ed al profumo dei limoni e delle arance. La canzone è Made in Italy, ma... esiste un ma. Il motivetto che piace tanto tradotto poi in mille lingue, è stato composto in Ucraina, (a quel tempo impero russo), ad Odessa, città fondata da un nobile spagnolo a servizio dei Borboni.
Il prestigioso personaggio Giuseppe De Ribas nato a Napoli, trasformò Odessa in una colonia italiana che a fine 800 aveva 3000 abitanti di origine meridionale e l'italiano era la lingua ufficiale.
In italiano erano scritti i passaporti, i cartelli stradali, persino i prezzi. Italiano fu l'architetto Francesco Frapolli che progettò la monumentale Opera di Odessa e la famosa Chiesa della Trinità ed in italiano si componevano canzoni.
Ma torniamo a " O’ sole mio" questa fu scritta e composta ad Odessa da Giovanni Capurro e Eduardo Di Capua che in quel tempo si trovavano nella città russa.
Si dice che fu ispirata da un' alba mozzafiato sul Mar Nero e dedicata ad una nobildonna italiana. Pensate che prima di aver successo a Napoli, spopolò sul mar Nero, segno che la nostra melodia sa toccare le corde del cuore, motivo per cui "O sole mio" ed ora è patrimonio della musica mondiale.
Genialità Made in Italy che non conosce confini e tutto il mondo apprezza.
Wilma Zanelli