Siamo nella provincia padovana, a Cittadella, paese di oltre 20.000 abitanti, riconoscibile dalle mura che la circondano e proteggono. Mura che permettono il camminamento, unico in Europa, lungo un chilometro e mezzo, per ammirare tutta la pianura sottostante da 15 metri di altezza.
Cittadella venne fondata nel 1220 da Padova per tutelare il territorio, anche se senza dubbio, la città ha origini romane.
Se desiderate percorrere tutto il camminamento, sappiate che dove ritagliarvi del tempo: un'ora e mezza circa.
Lungo il percorso troverete scale e passerelle, 32 torri e torrette.
La bella città murata ha intorno un ampio fossato, alimentato da acque sorgive. Pare, così riferiscono i documenti dell'epoca, che fosse così grande e profondo da servire da difesa alla fortezza (che aveva a quel tempo i ponti levatoi) permettendo la pesca di tanto pesce d'acqua dolce.
Anche il centro storico di Cittadella vale la pena visitare. Ci sono le 4 porte della città, una diversa dall’altra e poi il Duomo, costruito tra il 1774 e il 1826, il Palazzo della Loggia, ristrutturato nel 1816 secondo lo stile neoclassico, il Museo e la PInacoteca.
Cittadella è una piccola bomboniera, il salottino buono della provincia padovana, meta di gite fuori porta, che nell'ultimo anno è stata teatro di accese discussioni, a causa dell'installazione di alcune opere d'arte contemporanea in pieno centro storico.
Le installazioni – di dimensioni importanti, dell’artista Rabarama, originaria di Roma e padovana d’adozione – sono diventate sin da subito fenomeno di costume, attirando l’attenzione di chi passa dentro le mura e scatta foto e posta selfie nelle più svariate pose.
Le statue fanno parlare di sè: chi critica la troppa modernità di queste opere che non legano con l' ensemble, chi non gradisce invece il contesto nel quale sono state piazzate, chi avrebbe preferito un altro soggetto dallo sguardo meno inquietante, chi materiale più tradizionale. I giornali locali riportano anche critiche di bigottismo puro: tanto scandalo per la nudità della statua.
A me le strane figure di Rabarama, il "Bozzolo" con i patchwork dipinti sull'epidermide, i mosaici colorati che richiamano tasselli di vita come puzzle, i nidi d'api che mi ricordano il Dna, hanno raccontato molto, hanno sussurrato antiche parole.
E quando penso che a Cittadella, oggi, nel 2020, qualcuno si agita per quel nudo, sorrido, pensando che il Medio Evo non è così' lontano. Sento che "Qualcos ancor s'annida".
Wilma Zanelli
Wilma Zanelli