Esiste quasi una ricorrenza per ogni occasione. Dalle più note (della mamma, del papà, S. Valentino) alle meno note, come quella dell’amicizia, del bacio o quella del 27 agosto “ Semplicemente così”. Oggi ci concentriamo su quella dei “vicini di casa” che io ribattezzerei quella “Del primo piano o dei piani bassi”.
La Festa dei vicini è un fenomeno mondiale. Nata in Francia, la fête des voisins, è celebrata da milioni di persone in 49 paesi.
A Torino, nel 2022, è stata festeggiata in un altro mese, ma è la prova che la gente si augura una piacevole convivenza, nata per riflettere su valori della gentilezza, comprensività, e rispetto per chi vive intorno o meglio, al piano inferiore.
E qui casca l’asino sopratutto quando la tracotanza e la mancanza di sensibilità dei piani “alti” è sempre a discapito dei proprietari che stanno sotto, soprattutto se han la sfortuna di avere 20 anni di più dell’inquilina dei piani alti, che con gli anni, ha aumentato la sua superiorità protervia.
E qui casca l'asino, sopratutto quando i fatti non sono sporadici, ma sistematici, un mood esistenziale, definirei. Qualche esempio?
Rumori spaventosi, da mal di capo, che con la complicità dei soffitti di carta, degli appartamenti moderni, costringono a cercare rifugio in casa di parenti, anche quando si avrebbe il diritto di stare a casa propria, casa sudata e pagata con il proprio lavoro.
E poi quando in fase di restyling arriva in aiuto il papà del piano superiore che abile di pennello, decide di smaltare di bianco la ringhiera, a scapito di quella del piano inferiore che invece si riempie di gocce di smalto che cadono anche sulle piastrelle. Anche in quel caso nel farlo notare, è il piano di sotto ad essere in difetto, per il solo fatto di esistere.
E poi ci sono i momenti della pulizia: il fuori tutto. Il piano alto usa l’aspirapolvere all’interno, per poi liberare polvere ed acari dal balcone. Si sa la forza di gravità tende a far cadere le cose in basso e la colpa è comunque del piano di sotto che sta lì, e si prende tutto il letame (polvere, acari e peli di cane) di cui l’amabile inquilino s’è liberato.
Ma nessun problema: spesso la grettezza dei piani alti è generosa: non mancano i momenti in cui arrivano secchiellate di liquidi non ben definiti ed in questo caso la colpa è del vento o addirittura della neve.
Per questo la festa dei vicini andrebbe modificata: la festa è di quelli più deboli, che han avuto la sfortuna di trovare in vendita solo il piano più in basso.
Invece il 26 maggio doverebbe essere la festa del rispetto, magari per chi è ammalato e non può farsi rispettare, evitando che il portoncino sbatta a tutte le ore, che si parli ad alta voce sulle scale, salutando amici e parenti (che si rivedranno domani) che non partono per la guerra.
Eppure basterebbe poco. Save the date: 26 maggio con ironia.
Wilma Zanelli