Gli attacchi russi in Ucraina, in questi maledetti 520 giorni, hanno coinvolto uomini, donne, deportato bambini, danneggiato territori, messo a dura prova l' economia, distrutto progetti e guastato tante idee di futuro, demolito un' importante fetta del patrimonio culturale e museale (viene alla mente il bombardamento al teatro di Mariupol), senza contare le tante vite rovinate o annientate per sempre. Se ne parla ogni giorno ed ogni giorno si svela un ulteriore pezzo di storia, di cui il mondo non ha ancora piena coscienza. 

Parliamo ad esempio dei siti patrimonio mondiale dell' Unesco. L’Ucraina ne vanta otto (di cui uno naturale). Sono: la meravigliosa Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, il centro storico di Leopoli, l’arco geodetico di Struve, le antiche faggete primordiali dei Carpazi, la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati, l’antica città di Kherson e, infine, le tserkvas in legno (16 chiese) nell' Oblast dei Carpazi, a cui si è aggiunto recentemente (gennaio 2023) il centro storico di Odessa con il suo porto. 

E proprio ad Odessa, nei giorni scorsi missili russi, hanno bombardato la cattedrale ortodossa  della Trasfigurazione. Un danno immenso per questo luogo, il secondo più grande in Ucraina, che appartiene ancora al Patriarcato di Mosca, che è stato distrutto durante la dittatura di Stalin, ricostruito nel 2005 e consacrato poi dal Patriarca di Mosca.  

E per tornare ad argomenti più leggeri, restando in tema di beni patrimonio dell'Umanità, c'è un piatto ucraino che rientra nei beni immateriali: si tratta del Borscht, la zuppa a base di barbabietole, cavolo, brodo, carne di manzo e maiale. 

Assolutamente da provare. 

                                                                                                                                             Wilma Zanelli