Il parco Nazionale della Maiella, è avvolto da un fascino particolare sprigionato dagli eremi solitari: rifugi spirituali che furono luogo scelto da chi voleva una vita ascetica, in contemplazione, rinunciando a qualunque bene terreno, per sentirsi vicini al divino.
Tra questi luoghi solitari, di clausura, il più importante, a 1100 m.s.l.m, è l'eremo monastero di S. Spirito della Maiella di Roccamorice (Pe). Fondato nel XIII secolo, da Fra Pietro del Morrone (conosciuto come Celestino V, Papa del "Gran Rifiuto") ricevette la protezione Apostolica da Urbano IV e venne incorporato nell' Ordine di S. Benedetto, poi passò ai Celestini, fu abbandonato nel '300 e ricostruito per iniziativa di Pietro Santucci di Manfredonia, diventando quindi Badia. Nel XVII secolo Marino IV da Caracciolo vi si ritirò, facendo costruire quella che fu chiamata "Casa del Principe", diventata poi foresteria.
Quando fu soppresso l'ordine dei Celestini, il monastero fu abbandonato definitivamente. E' un affascinante complesso di edifici (chiesa, sagrestia e nucleo abitativo) addossati ad una parete rocciosa. La chiesa, ad unica navata, fu ricostruita da Pietro Santucci da Manfredonia nel 1500. Al di sotto della chiesa si trova l'eremo con la stanza del crocifisso, dove l'eremita pregava, vicino al suo giaciglio.
Durante questa visita farete un'esperienza indimenticabile, dentro e lungo una parete di roccia calcarea, vedrete le piccole cellette, per il ritiro dei monaci di clausura, sotto al nucleo abitativo. La seconda zona di ciò che resta del monastero, con la cucina, il forno, la dispensa e camere ai piani superiori.
La foresteria, chiamata Casa del Principe. Di fronte la Scala Santa, scavata nella roccia a colpi di scalpello, da Pietro Santucci da Manfredonia, che porta all'oratorio della Maddalena. La Scala oggi percorsa a piedi, un tempo veniva percorsa in ginocchio e in preghiera.
Il posto è molto suggestivo, sopratutto se è avvolto dalla nebbia, al tramonto. C'è inoltre un bellissimo verziere: terrazzamento coperto protetto dalle rocce, che veniva utilizzato per coltivazioni officinali.
Nella chiesa è visibile una sepoltura a pavimento, attribuita all'abate Pietro Santucci da Manfredonia.
In questo complesso avvolto dal silenzio e da un'atmosfera surreale, incastonata nella natura di una faggeta, luogo ideale per rilassarsi, riposare, rigenerarsi o cercare di concentrarsi e meditare, si può trovare alloggio nelle "Celle Celestiniane” che riprendono il modello delle antiche celle utilizzate dagli eremiti.
Un'esperienza unica, che l'Abruzzo offre.
Wilma Zanelli
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