Anche l'esperienza legata al wine in Abruzzo, rientra a tutto tondo nella mia filosofia raccontata anni fa nel volume: "Cucine & cantine alte. Filosofia della tavola". Nel capitolo "Non c'è cucina senza cantina" raccontavo della fortuna che ebbi, una ventina d'anni or sono, d' incontrare un vignaiolo, un personaggio cordiale, aperto, a cui seguirono tanti altri omologhi, che mi parlò del suo lavoro, trasferendomi la passione per la vigna, l’uva, il vino.
Così iniziai a visitar cantine, quelle che sino a quel tempo, per me erano la parte meno nobile di una casa. Le avevo sempre viste buie, strette, fredde, senza luce naturale, umide, un po’ puzzolenti, anonimi luoghi, scantinati dove riporre alcune determinate cose. La scoperta che feci fu provvidenziale…
Oggi per me le cantine rappresentano il must dell ‘enoturismo, da provare assolutamente, se si è alla ricerca di vini esclusivi in compagnia del vignaiolo. Si parte dalla semplice degustazione con prodotti gastronomici del territorio: salumi, pane, grissini, formaggi, piccoli dolci monoporzione, sino al pranzo in cantina, a cui aggiungere la passeggiata in vigna, le poesie in vigna, e poi esperienze emozionali che propongono esercizi di ginnastica in vigna e la fantasia prende libero sfogo….
Ci sono vignaioli che invitano anche a fare vendemmia, altri che propongono arte tra i vigneti, poi ci sono i pastelli giganti colorati che han preso il posto degli anonimi pali di legno all’estremità dei filari di viti, e danno tanta allegria. E con un buon bicchiere di vino in mano, ci sono picnic nel verde, giri in bicicletta, degustazioni in mongolfiera, con sommelier al seguito che durante il volo svela le qualità organolettiche del vino.
Tour in elicottero con un volo che sfiora i filari e dall’alto ammira le colline cariche d’ uva... alla fine dei quali, s'ammirano roseti multicolor con un compito ben preciso da portare avanti.
Quindi la proposta di visitare storiche cantine abruzzesi non potè che trovare in me grande accoglimento e curiosità. Avevo il desiderio di vedere cose nuove, assaporando sapori "divini" di Bosco Nestore a Nocciano ( Pescara) e all' Abbazia di Propezzano a Morro d'Oro (Teramo).
La prima racconta una storia di famiglia, dal fondatore Giovanni Bosco con la moglie Giulia, la nascita nel 1968 del Montepulciano d'Abruzzo Doc primo vino abruzzese ad essere esportato negli States. Interessante l'idea del 1996 di creare l' etichetta artistica, del maestro Cascella. Pan è il dipinto stilizzato del dio greco metà animale e metà uomo, ovviamente dio della natura. Ma la cantina, oltre al vino da degustare, che si presenta in grandi botti di rovere di Slavonia, piccole barrique e migliaia di ordinate bottiglie, presenta un'altra attrattiva. Il museo contadino e domestico, con reperti risalenti alla fine del 1800.
Anche l' Abbazia di Propezzano è una cantina storica, nel senso che sin dalla sua fondazione, nelle cantine si è prodotto vino. La nostra Abruzzo Food Experience si prende un tempo adeguato per la visita: annessa c'è la chiesa di Santa Maria in stile romanico (aperta per il culto cattolico) e l'adiacente monastero, l' incantevole chiostro in cui possiamo passeggiare respirando il religioso silenzio.
Il luogo è particolarmente affascinante, per la sua bellezza architettonica, per le storie antiche che vi ruotano intorno, per il fascino che emana: il complesso di Santa Maria si trova sul luogo dove, secondo tradizione, apparve, nel lontano 715, la Madonna.
Di proprietà privata, è custodito dai titolari con grande attenzione anche nel restauro, ed è collegato alla fiorente azienda vitivinicola. I vigneti producono Pecorino, Passerina, Montepulciano e Trebbiano d'Abruzzo, ma ci sono anche rigogliosi uliveti.
Passiamo alla degustazione. Una bella sala, con un tavolo imperiale, diversi sommelier con al collo i tastevin, i crachoir "sputavino", e 3 bicchieri già in postazione con assaggini in abbinamento, che nella foga, qualcuno s'era, anzitempo, già sbafato.
E mentre il titolare della proprietà e della cantina racconta la passione per quella terra ed i suoi frutti, la mia attenzione si concentra sui vini in anfora, ovvero fermentati in acciaio con un lungo affinamento in anfore di terracotta. Una tecnica antichissima, che agevolava la vinificazione, la conservazione ed il trasporto del vino e che oggi, ne migliora il suo profumo, il sapore, il colore, come conferma anche il mio palato che durante la beva, vive un'esplosione di sapori e dall' Abruzzo, mi catapulta in Georgia, dove i vini in anfora sono stati inseriti nella lista dei patrimoni culturali dell'umanità Unesco.
Wilma Zanelli
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